CONFRATERNITA DELL'ADDOLORATA

Informalmente, la Confraternita dell'Addolorata fu fondata nell’emblematico giorno della
“Candelora”, 2 febbraio 1822, da 122 fedeli, in maggioranza contadini, mulattieri, artigiani e commercianti e legittimata con decreto del 27 agosto dello stesso anno emanato da Sua Maestà Ferdinando I° di Borbone e controfirmato dal Principe Ruffo (Consigliere Ministro di Stato e Presidente del Consiglio dei Ministri) e dal Marchese Amati (Ministro Segretario degli Affari Interni).
Nello Statuto erano precisati i compiti della Congregazione: promuovere la pratica più fervorosa di devozione; stimolare la solidarietà fra i soci; assicurare rituali religiosi ed una decorosa sepoltura ai defunti.
Le particolari norme, meno complesse e meno burocratiche rispetto a quelle delle Congreghe più antiche, prevedevano cariche annuali elettive del Priore e di due Assistenti che, di concerto, sceglievano il Segretario, il Cassiere, il Cerimoniere, il Maestro di noviziato. Il padre spirituale, nominato d’intesa con il Vescovo era tenuto esclusivamente alla cura delle anime e ad istruire i Fratelli sugli obblighi di un buon cristiano.
La Congrega si finanziava sui pagamenti e sulle offerte dei soci iscritti dopo aver superato l’anno di noviziato.
Il regolamento prevedeva l’obbligo di osservare scrupolosamente i precetti se non volevano incorrere in dure sanzioni disciplinari ed indicava con precisione il vestiario che consisteva in una mozzetta nera con l’immagine dell’Addolorata sul lato destro, in una veste bianca, dotata di cappuccio e cingolo di color turchino.
Oggi il regolamento, redatto ex‑novo nel 1975, divenuto più flessibile, non prevede più le cariche del Cerimoniere e del Maestro del noviziato.
Fra le manifestazioni di culto, oltre la festa della fondazione celebrata nel giorno della Candelora, la Confraternita curava l’imponente processione dell’Addolorata o della Madonna dei Sette Dolori che si teneva la sera del Giovedì Santo, con soste in tutte le chiese cittadine e con una partecipazione simile a quella delle “Varette” dei misteri del Venerdì Santo.
Oggi la processione, in ossequio alle disposizioni Conciliari, non si effettua più e l’opera della Congrega è limitata alla cura della sepoltura dei Confratelli defunti nelle cripte e nella Cappella di proprietà.

- Testo tratto da “I Cappuccini di Amantea - La Confraternita dell’Addolorata”, Calabria Letteraria Editrice, Soveria Mannelli, 1994.
- Foto tratta dal web.