Scrive Gabriele Turchi nel suo libro “La storia di Amantea”:“Con
fini di beneficenza era sorta nel 1600 la Confraternita del Rosario,
che aveva un reddito annuo di cento ducati da servire a dotare ogni due
anni una fanciulla povera, scelta per votazione segreta tra i membri
della Confraternita, ed, in caso di necessità, per riscattare cittadini
schiavi dei turchi”.
Solo nel 1742 si ebbe un primo statuto, mentre bisogna attendere il 1776
quando cinquanta soci, tutti appartenenti al ceto marinaro, si
congregarono per stilare le attuali regole e dare vita ad una
confraternita laica con scopi religiosi.
Lo Statuto, stilato dal Notaio Saverio Calvano
di Amantea, dopo essere stato sottoposto al vaglio e all’approvazione
delle autorità civili e religiose competenti, fu definitivamente
approvato il 14 luglio 1777 con visto dell’Arcivescovo Domenico Potenza e con decreto reale di S. M. Ferdinando IV di Borbone.
La prima sede della Confraternita del SS. Rosario fu l’antica chiesa di S. Francesco d’Assisi, che sorgeva in prossimità del castello e della quale attualmente sopravvivono pochi ruderi abbandonati.
Fra le “Regole”, col passare dei secoli, quella che
maggiormente impegna la Congrega è procurare il maggior bene possibile
alle anime dei confratelli defunti ed assicurare agli stessi una degna e
cristiana sepoltura.
L’attività religiosa, invece, trova il suo massimo splendore nell’organizzare e gestire la grandiosa Processione dei Misteri (Varette) nel giorno del Venerdì Santo con la partecipazione devota e commossa di un’enorme folla di fedeli.
l 27 ottobre 1997, l’Assemblea dei Confratelli, in ottemperanza
delle nuove disposizioni del Codice di Diritto Canonico e del Concordato
fra la Santa Sede e lo Stato Italiano, ha adottato un nuovo statuto.
- Testo tratto da “Statuto della Confraternita del SS. Rosario della Città di Amantea” – Commentato da Roberto Musì - Ed.Angeligrafica, 1997.
- Foto tratta dalla pagina facebook "Confraternita Santissimo Rosario Amantea".